Rats: notte di terrore
Rats: notte di terrore, è un film di Bruno Mattei datato 1984. E’ uno dei registi più sperimentali del panorama horror italiano degli anni settanta e ottanta. Nonostante la sua immensa carriera nel campo cinematografico, cominciata all’età di 20 anni, non è mai stato apprezzato fino in fondo. Attaccato dalla critica per l’utilizzo eccessivo della violenza e per una realizzazione approssimativa delle sue pellicole (specie quelle horror), il regista romano non ha avuto la celebrazione che avrebbe meritato, perfino da parte del pubblico, sempre molto critico e asettico nei confronti dei suoi film. In questa sede ci sentiamo di discostarci nettamente dalla prese di posizione di molti siti del settore e di molti appassionati dell’horror, volendo esaltare di Mattei la forte impronta sperimentale che riusciva a dare nelle sue pellicole, un misto tra il grottesco involuto e l’horror violento con scene gore che si intersecano perfettamente all’interno delle sue pellicole sottolineandone l’appartenenza al genere italiano di quegli anni. Bruno Mattei ha espresso il suo talento in diversi generi: dal comico all’erotico passando per lo spaghetti e western.
Girovagando per il web ne ho sentite veramente tante su Rats, alcuni aspetti sottolineati in maniera non esasperata, in altri si sentiva quasi il desiderio di smontare semplicemente una pellicola poiché non carica di super effetti, di prodotti imbellettati tipici del mercato americano e di una storia da premio oscar (quasi sempre mondi fantasy oppure grosse tragedie sociali); cliché ormai consolidati nel mondo della cellulosa. C’è anche da dire che purtroppo il doppiaggio di certe pellicole non ha sempre aiutato lo spettatore ad apprezzarne realmente i contenuti. Mattei in Rats ci disegna un mondo apocalittico uscito distrutto da una serie di guerre atomiche, dove la razza umana ha rischiato seriamente l’estinzione. Ormai la natura ha sovvertito le gerarchie: i sopravvissuti hanno deciso di ritirarsi nel sottosuolo, spaventati dai continui bombardamenti, dalle epidemie e dai disastri che ha subito la terra negli ultimi secoli. Sopra invece regna il caos governato dai ratti, che defraudati del loro “regno notturno”, vagano assetati di sangue e affamati per le lande desolate della terra, muovendosi in branchi. In questo contesto troviamo uno sparuto numero di superstiti che decide di ribellarsi al “nuovo” ordine delle cose cercando riparo sulla terra, andando di fatto a scatenare le ire dei topi che già avevano annientato l’ultima speranza dell’uomo di riprendersi ciò che gli apparteneva.
Possiamo anche soffermarci sull’artigianalità degli effetti, sottolineando l’utilizzo di cavie (che come affermerà lo stesso Mattei in un’intervista è stato difficile dipingerle di grigio e trasformarle in topi ). Diciamo anche che il gioco di ombre durante l’attacco degli affamati roditori è grottesco, come le performance di attori per lo più improvvisati ma resta il fatto che Bruno Mattei, con una giusta dose di gore e di violenza ci regala una pellicola che va vista con lo spirito giusto, figlia di un periodo scanzonato e trash che rimane appassionante e innovativo pur se rappresentato attraverso una semplicità disarmante. Il regista romano è anche noto per un numero impressionate di pseudonimi utilizzati durante la sua lunga carriera: Vincent Dawn, William Russel, David Graham, Michael Cardoso, Jordan Mattews. Ritornato all’horror (con alcuni cannibal-movie), nei primi anni del duemila, Mattei ci lascia il 21 marzo 2007 all’età di 75 anni dopo aver accusato un malore ed essere entrato in coma.
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