Hansel e Gretel
Hansel e Gretel è un film di Giovanni Simonelli datato 1990. Fa parte della collana “Lucio Fulci presenta”. E’ l’ultimo film girato per la TV dell’intera collana, venne dirottato, come del resto tutta la serie, al mercato del VHS (successivamente riproposta in DVD) per poi essere commercializzata nelle edicole intorno la seconda metà degli anni novanta; questo nonostante quasi tutte le pellicole della serie furono realizzate alla fine degli anni ottanta. Chi sta pensando alla nota fiaba dei fratelli Grimm, rivisitata in chiave moderna, opti immediatamente per una lobotomia. Immaginate piuttosto un grafico cartesiano che parte dalla punta più alta per arrivare ben presto al collasso e toccare il fondo in concomitanza con l’ultimo film della serie. Se “Quando Alice ruppe lo specchio” e “Il fantasma di Sodoma”, sono da premiare per le buone intenzioni e per il nome che ci sta dietro (Lucio Fulci, vorrei ben dire!) con Hansel & Gretel è l’inizio della fine. Pellicola figlia della commercializzazione esasperata e spietata che si abbatté su ogni settore della vita alla fine degli ottanta, quando il trash imperava sia in TV che al Cinema (stendiamo un velo pietoso sui giorni nostri), ultimo latrato di un’epoca smaliziata che stava volgendo al tramonto.
Con questo film il gatto e la volpe (Nannerini e Lucidi, produttori della serie), hanno adescato l’ingenuo pinocchio (il pubblico) e l’hanno venduto per quattro soldi al mercato degli schiavi. Lucio Fulci presenta, ovvero: “come ti costringo con due soldi a creare una serie di film, non riuscire a ricavarne neanche gli stipendi per il cast e costringere vecchie glorie, al ridicolo“. Giovanni Simonelli, grande scenografo anni sessanta-settanta, autore di film comici con la premiata ditta “Franco & Ciccio” e di alcuni apprezzabili western all’italiana viene ributtato nella mischia con una pellicola da fare accapponare la pelle (nel senso peggiore del termine). Musiche involute, effetti acquistati al mercatino delle pulci della domenica mattina, attori pescati dal nulla con performance davvero imbarazzanti. Facendosi un giro per il web si nota come è tale lo sconcerto che perfino siti del settore sbagliano tutto nel raccontarci di Hansel e Gretel. C’è chi parla di figli di nessuno, chi di pedofilia, chi di rapimento. Solo uno sparuto numero di siti del settore e wikipedia ci azzeccano in pieno: i fratelli Cipollone (non scherzo, è il vero cognome dei due protagonisti della storia), vengono venduti dal padrigno per il commercio illegale degli organi. In effetti fin qui possiamo anche parlare dei Grimm (Hansel & Gretel vengono abbandonati dal padre per problemi finanziari).
Il padrigno in questione non se la passa certo nel lusso e dunque pensa di tirar su qualcosa vendendo i pargoli; non si capisce perché dovrebbe essere credibile una strega rappresentata da una donna in sedia a rotelle che comanda una gang di squilibrati atti a gestire il mercato illecito del trapianto di organi. Morti a raffica, spari fuori sincrono, violenza fine a se stessa e scene grottesche fanno di questa pellicola un insulto al genere e una perdita di tempo senza eguali. Chi vuole vedere un agricoltore falciato da una trebbiatrice e sostituito in corsa da un quarto di bue oppure due ragazzini tornati dall’aldilà con tanto di super poteri e occhi luminosi in Japan Style anni settanta, si accomodi pure. Nessun avviso sulla confezione riguardo gli effetti collaterali: il film potrebbe arrecare seri danni alla vista. Fanno inoltre parte della serie: Quando Alice ruppe lo specchio (Fulci), Sodoma’s Ghost (Fulci), Le porte dell’inferno (Lenzi), Non avere paura della zia Marta (M.Bianchi), Bloody psycho (Lucchetti), Massacre (A.Bianchi) e Luna di sangue (Milioni).
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