Delirium

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Bug

Recensione: Girolamo Ferlito
Titolo originale: Bug
Lingua: Inglese
Anno: 2006
Durata: 102 minuti
Regia: William Friedkin
Soggetto: Tracy Letts
Protagonisti principali: Ashley Judd (Agnes White), Michael Shannon (Peter Evans), Harry Connick Jr. (Jerry Goss), Lynn Collins (R.C.), Brían F. O’Byrne (Dottor Sweet), Neil Bergeron (Uomo nel negozio), Bob Neill (Pizza Harris) [voce]
Colonna sonora [audio:bug.mp3]

voto_mymovies 7 voto_delirium 7,5 voto_imdb 6

E’ un film di William Friedkin datato 2006. Il regista statunitense è noto al grande pubblico per aver diretto nel 1973 L’Esorcista film considerato tutt’oggi tra i più “terribili” dell’intera filmografia del genere. Friedkin torna prepotentemente sulla scena horror (anche se siamo tra la sottile linea che intercorre il thriller e l’horror stesso), dopo aver diretto nel ’90 “L’albero del male” ed essersi occupato essenzialmente di thriller sia per la TV che per il grande schermo. Bug (insetto) rispetta perfettamente i canoni a cui Friedkin ha sempre abituato il pubblico; un inizio che si fa largo lento, attraverso l’evolversi della trama, mettendo lo spettatore nella condizione di capire cosa potrebbe succedere da lì a una mezz’ora, per poi scatenarsi in un putiferio di emozioni e di sensazioni forti, nella seconda parte, emozioni per il più delle volte talmente violente da spiazzare chi guarda il film. Infatti lo spettatore si trova proiettato in una condizione quasi opposta rispetto a quello che aveva potuto osservare fino a quel momento. Agnes White (interpretata da un’espressiva e coinvolgente Ashley Judd) vive in una condizione di isolamento psicologico al limite dell’emarginazione, costretta, da un lavoro mediocre, in una squallida stanza di un motel, perseguitata dall’ex marito Jerry, appena scarcerato, dopo aver scontato una pena per turbe domestiche proprio ai danni dell’ex moglie.

Ad appesantire la situazione già complessa una vita familiare disastrosa e sfortunata culminata nella scomparsa del figlio (probabilmente rapito) che ha portato la coppia allo sfascio e ha intrappolato Agnes in uno stato di rassegnazione perenne. Il vero pericolo però non è rappresentato dall’ex marito, seppur nelle sue esplosioni violente diventi ingestibile, ma da un ragazzo presentatole dall’amica R.C. (Lynn Collins), un certo Peter (eccezionale interpretazione di Michael Shannon), reduce della Guerra del Golfo. Apparentemente Peter è un ragazzo tranquillo, si prende cura di Agnes, dai modi gentili quasi ingenui, cerca di far uscire la donna dallo stato pietoso in cui vive, ma in realtà è qui che inizia davvero il “percorso morboso” in cui l’uomo trascinerà la donna già mentalmente vulnerabile. Peter infatti ha un’ ossessione (questa la chiave dominante della pellicola) per gli insetti (appunto Bugs), un’ossessione che dilagherà in tutta la sua potenza trasformando una fatiscente stanza di un qualsiasi motel in una claustrofobica caverna che come una ragnatela gigante intrappolerà al suo interno i personaggi della storia.

Friedkin usa le inquadrature con sapienza mostrando la sua enorme esperienza nel settore, focalizza tutte le attenzioni dello spettatore nella camera escludendo tutto l’ambiente circostante. Alla fine ci restituisce un ambiente visibilmente trasformato, una luce bluastra e persistente che da l’idea della paranoia, della trappola, tutto intorno avvolto da qualcosa simile alla carta stagnola (o forse si tratta proprio di stagnola) simboleggia che entrambi gli ospiti si sono rinchiusi per escludersi definitivamente dal mondo circostante per rifugiarsi così in qualcosa, per loro, più rassicurante ma senza via d’uscita. Un prodotto davvero valido, spiazzante e angosciante al tempo stesso.

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