Blackwater Valley Exorcism
Film statunitense del 2006 diretto da Ethan Wiley, che segue il filone di film su possessioni demoniache. La produzione si vanta di basare l’intero canovaccio su fatti realmente accaduti (secondo noi, l’ennesima trovata pubblicitaria) ed è stato destinato solo al circuito degli home-video. Il regista sembra ispirarsi a Sam Raimi in diverse sequenze, per esempio nell’uso della cinepresa: nella sequenza dove entra in scena per la prima volta lo sceriffo oppure per quella dell’inseguimento nel bosco, tutte sembrano portare al film “La Casa”. Nonostante queste trovate la pellicola appare confusa e intrisa di dialoghi insensati, stupidi e incomprensibili; sino ad arrivare in scene talmente caotiche da procurare un forte mal di testa. Nonostante l’atmosfera oscura e surreale che si respira la storia, (di conseguenza tutto il lavoro), stenta a decollare; probabilmente complice una trama che perde acqua da tutte le parti e a performance degli attori al limite della recita scolastica.
Nulla di innovativo per quanto riguarda la colonna sonora, il trucco e gli effetti speciali che rasentano spesso il ridicolo facendo assomigliare i personaggi a quelli di una parata in maschera.Volendo passare alla lente di ingrandimento ogni singola scena, quella più impressionante (e allo stesso tempo evitabile e superflua) potrebbe essere considerata quella della ragazza posseduta che mangia dei conigli vivi. Una sequenza che potrebbe inorridire chi è sensibile al maltrattamento degli animali e che ci riporta a tempi antichi in cui certe scene, in certi filoni cinematografici, erano all’ordine del giorno.
In definitiva Blackwater Valley Exorcism è un film statico, un’accozzaglia di scemenze da evitare assolutamente. Se proprio siete alla ricerca di film che trattino le possessioni demoniache affidatevi sempre al buon vecchio “Esorcista”, 1973 o al più recente “Esorcismo di Emily Rose”, 2005 (questo sì che racconta un fatto realmente accaduto); meglio affidarsi a certi capisaldi visto che spesso in questo genere di film si scade nel banale o peggio ancora nel ridicolo.
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