Delirium

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Shutter

Recensione: Giuseppe Lavagna
Titolo originale: Shutter
Lingua originale: Thailandese
Anno: 2004
Durata: 97 minuti
Regia: Banjong Pisanthanakun, Parkpoom Wongpoom
Soggetto: Banjong Pisanthanakun, Sopon Sukdapisit e Parkpoom Wongpoom
Protagonisti principali: Ananda Everingham (Tun), Natthaweeranuch Thongmee (Jane), Unnop Chanpaibool (Tonn), Titikarn Tongprasearth (Jim), Sivagorn Muttamara (Meng), Chachchaya Chalemphol (Moglie di Tonn)
Colonna sonora [audio:shutter.mp3]

voto_mymovies 7 voto_delirium 9 voto_imdb 7

Shutter è un film tailandese del 2004 arrivato in Italia nel 2006; nel 2008 è stato prodotto uno scadente remake americano. Apprezzo parecchio del regista la scelta di non utilizzare effetti speciali digitali, scelta a mio dire eccezionale perché da al film un’impronta non solo antica ma persino molto suggestiva e da incubo. Come in tutti i film di ultima generazione e di matrice asiatica la pellicola è un continuo gioco di atmosfere e suggestioni tipiche classiche di una ghost story. La trama del film è un mix di thriller e horror sino a non sfociare del tutto in quest’ultimo quando si scopre la verità della presenza dello spettro che perseguita i nostri giovani protagonisti, (angosciante la scena in cui il protagonista maschile scopre la presenza spettrale nelle foto della polaroid, cosa che lo trascinerà in un vortice di follia alla fine del film). Ovviamente l’intero lavoro è ricco di elementi che riconducono alla cultura orientale e tailandese. La leggenda vuole che le foto utilizzate nel film siano “originali” e ricevute in prestito dai legittimi proprietari al fine di realizzarne il film, cosa che aggiunge ulteriore tensione allo spettatore poiché la pellicola, basandosi su una leggenda metropolitana, offre un buon connubio tra la storia prevalentemente cinematografica e il suggestivo e sconosciuto mondo del paranormale.

Gli attori sono davvero molto bravi e la trama si sviluppa benissimo per tutta la durata del film, non essendo mai banale e non avendo mai cali di ritmo, riesce a tenere sempre sulle spine lo spettatore sino a terrorizzarlo con veri momenti di puro terrore carichi di suspance e pervasi da un’atmosfera da incubo paurosissima. Ben aiutato anche dall’atmosfera naturale offerta dai villaggi tailandesi che offrono un’ambientazione lugubre, impregnata di aria pesante che si respira per tutta la durata del film. L’idea poi, di sfruttare la leggenda delle foto che ritraggono fantasmi e spettri è a dir poco geniale e originale.

Shutter è un capolavoro della cinematografia asiatica, copiato persino ad Hollywood ma con scarsissimi risultati. A parer mio il miglior film horror dell’ultimo decennio, consigliabile a tutti gli amanti del genere e sconsigliatissimo invece ai deboli di cuore o a chi s’impressiona facilmente.

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