Delirium

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La notte della cometa

Recensione: Girolamo Ferlito
Titolo originale: Night of the Comet
Lingua originale: Inglese
Anno: 1984
Durata: 95 minuti
Regia: Thom Eberhardt
Soggetto: Thom Eberhardt
Protagonisti principali: Catherine Mary Stewart (Regina Belmont), Kelli Maroney (Samantha Belmont), Robert Beltran (Hector Gomez), Sharon Farrell (Doris), Mary Woronov (Audrey White)
Colonna sonora [audio:night_of_comet.mp3]

voto_mymovies 4,5 voto_delirium 4,5 voto_imdb 6,5

La notte della cometa è un film di Thom Eberhardt, datato 1984. Siamo di fronte all’ennesima pellicola in cui si mischiano l’horror e la fantascienza con una brusca virata verso lo Zombie Movie. La maggior parte dei film del periodo sono da considerarsi come dei progetti sperimentali, tesi di laurea o prove che per alcuni soggetti hanno segnato il punto di partenza e il punto di arrivo della loro esperienza cinematografica. Non è certo questo il caso, ma c’è da dire che nella sua carriera Eberhardt realizzò solo 8 pellicole e il suo ritorno al genere lo si deve segnalare nell’anno 2007 con il film “Naked Fear” (Paura nuda), mai arrivato in Italia e dal dubbio gusto. Con “Night of the comet” il regista ci consegna un horror da “blockbuster”,  di quelli che se non hai nulla da fare ti metti davanti la TV con quattro amici, i soliti della serata horror, per farti quattro risate. Non aggiunge niente di nuovo al genere anzi ci anticipa l’epoca fervida del trash di fine anni ottanta facendoci scappare un sorrisetto strozzato su alcune scene e trovate lanciate nella pellicola. Il pianeta Terra è interessato dal passaggio di una “particolare” cometa, non è della cometa di Halley che stiamo parlando, ma il passaggio risulta, per gli abitanti, alquanto nefasto.

Attraverso il film viviamo in prima persona le disavventure di un manipolo di teenager che scampano miracolosamente al rovinoso passaggio dell’astro. La maggior parte dei terrestri, che assiste all’evento, si sgretola diventando terra rossa e un numero importante viene tramutato in zombie, violenti, rapidi e assetati di sangue. Un gruppo di scienziati assiepati in un laboratorio sotterraneo aveva previsto gli effetti dell’astro e studia un antidoto, sperimentato su soggetti contaminati e debitamente prelevati, promettendosi di eliminare ogni forma di essere umano esposta al contagio. Qualcosa non va per il verso giusto e alla fine muoiono tutti, gli unici ad essere risparmiati sono una parte del gruppo di ragazzi che erano sopravvissuti al passaggio apocalittico (parte di loro purtroppo non arrivano alla fine, vuoi per negligenza che per la presenza di un esercito di zombie a piede libero). Ora la terra giace nel silenzio più totale, raccapricciante lo sfondo delle città desolate e abbandonate. Tutto resta nelle mani di questi  “fortunati” giovani che hanno la possibilità di colonizzare il nuovo mondo e occuparsi della rigenerazione dell’uomo, visto che a salvarsi sono individui di sesso misto. La pellicola soffre degli sbalzi tipici del cinema mediocre. Trovate grottesche sono accompagnate da attimi di pura violenza che ripropongo uno splatter blando senza interessare o incuriosire più di tanto lo spettatore.

Un tentativo fallito di denuncia sociale, attraverso l’accanimento dell’essere umano volto alla propria sopravvivenza, sottolineato dall’egoismo cronico che si soffre in casi estremi come questo. L’ennesima puntata di pessimismo catastrofico che vuole lanciare un monito: “attenzione c’è sempre qualcuno che sa e non ci vuol far sapere”. Una legge vecchia quanto la Bibbia che nel film non rende affatto l’idea e più che altro risulta ridondante, fine a se stessa e parodistica. Non si riesce neanche a trovare uno spunto spassionato classico degli anni ottanta, vista la scopiazzatura irriguardosa che viene fatta ai danni dei film che l’hanno preceduto. Un pastrocchio di idee buttate alla rinfusa nel mero tentativo di creare suspence e delirio. In definitiva, di “La notte della cometa” non se ne sentirà certo la mancanza se un giorno non verrà più tramandato ai posteri.

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